Riflessioni a raccolta – 337

Le storie diventano più vere, più autentiche e quindi più interessanti, quando racconti quello che hai dovuto passare per ottenere qualcosa.

È difficile che qualcuno ti chiede come stai se ti vede felice e pochi ti ascoltano se mostri sempre e solo il tuo lato migliore e i tuoi successi. È poco credibile una persona che si mostra infallibile.

Per ottenere l’attenzione di chi hai di fronte, devi mostrare anche le tue vulnerabilità, e come puoi aiutare chi ti ascolta a risolvere le sue.

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Riflessioni a raccolta – 335

A me succede con una certa frequenza di soffrire della sindrome dell’impostore.

Si tratta di una strana condizione mentale di quelle persone che pur avendo ottenuto nel tempo dei riconoscimenti verso il proprio valore professionale, si sentono indegni e non meritevoli dei successi conquistati.

È un eccesso di modestia che mi viene spontaneo e naturale ma che troppo spesso finisce con lo sminuire eccessivamente il valore delle cose che ho realizzato.

Riflessioni a raccolta – 334

Dobbiamo sempre tentare di cercare un nuovo punto di vista per risolvere un problema.

Facile a dirsi ma molto più difficile a farsi.

Si tratta di un metodo, un’attitudine da coltivare giorno dopo giorno. Per intenderci, non è che io mi sveglio ogni mattina con un’idea creativa e brillante per i miei clienti. Ma mi stupisco quando mi scopro a ragionare in modo automatico finendo per intrappolarmi da solo in una gabbia mentale. Allora, provo a forzare le cose e a riorganizzare il mio pensiero.

Mi fermo, prendo un po’ di tempo per aumentare la consapevolezza di quello che sta succedendo. Mi pongo delle domande su come e cosa osservare. Quindi provo a prendere una nuova direzione.

Tutto questo aiuta a seguire linee meno prevedibili per evitare di arrivare al traguardo insieme a tutti gli altri con le stesse soluzioni e magari anche in ritardo.

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Riflessioni a raccolta – 333

Questa riflessione é il frutto della mia esperienza personale. Fino a qualche anno fa svolgevo la mia attività lavorativa in un contesto di persone che non condividevano le mie idee, le mie strategie di lavoro e la mia propensione a produrre contenuti sui social. Questo determinava un atteggiamento di critica nei miei confronti più o meno velato che tendeva a spegnere il mio entusiasmo. E aveva un peso enorme sulla mia visione del lavoro perché di queste persone avevo una profonda stima professionale.

Oggi invece, nel mio ambiente di lavoro, sono circondato da persone che a grandi linee condividono la mia stessa ‘visione’ e questo alimenta il mio l’entusiasmo. Non sento più le ali tarpate e i risultati concreti si vedono sia nel presente che nelle interessanti prospettive che giorno per giorno si aprono.

Ovviamente anche io commetto degli errori, ma é assolutamente fondamentale l’approccio al lavoro carico di entusiasmo. Fa tutta la differenza del mondo.

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Riflessioni a raccolta – 332

Se vuoi cominciare a realizzare una community interessata al tuo lavoro e creare le condizioni ideali per avvicinare i potenziali clienti, devi diventare un brand.

Se continui a rimanere nell’anonimato sarai sempre obbligato a inseguire a ‘freddo’ persone che non ti conoscono per ottenere la loro attenzione, spiegare cosa sai fare, perché dovrebbero consultarti e poi tentare di trasformarli in potenziali clienti.

Se invece racconti, giorno per giorno, chi sei e cosa fai attraverso l’uso del tuo sito, del tuo blog e dei tuoi canali social, esci dall’anonimato e diventi un brand. Non devi inventare nulla. Devi produrre contenuti che raccontano la tua vita professionale, con il tuo modo di essere, con il tuo stile, con la tua personalità. Le persone sceglieranno di seguirti perché apprezzeranno quello che fai e come lo fai.

Saranno diventati dei potenziali clienti. Penseranno a te quando avranno necessità di risolvere un problema nel settore lavorativo in cui operi. Saranno loro ad avvicinarsi a te per chiederti la consulenza e non dovrai spiegare nulla di te perché già sanno chi sei, cosa fai, come lo fai. Si fidano.

Riflessioni a raccolta – 331

Ecco la frase completa: “Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente pregiudizi.”

È un invito che faccio sempre prima di tutto a me stesso.
Serve ad aiutarci a riflettere sui giudizi che le persone esprimono in merito agli altri. Stiamo parlando di tutti quei giudizi che fanno male, che annientano l’animo umano di chi li prova e provoca divisioni.


Il giudizio non è per forza negativo. Ma se espresso senza un ragionamento, senza una accurata visione, allora può diventare distruttivo per chi lo riceve.
Viviamo nell’epoca in cui tutto è sottoposto al giudizio altrui. I rapporti umani, l’amore, il vestire, il parlare, il pensare. Insomma, tutti tendono a giudicare ciò che vedono con i loro occhi. Ma spesso si tratta di una vista appannata dalla patina opaca dei pregiudizi.

E nel mio lavoro, in modo particolare, il giudizio a priori rischia di soffocare sul nascere le idee più innovative e la creatività più profonda.


Quotidianamente lotto per mantenere sempre libera la mente dai canoni, dalle abitudini, dal così si è sempre fatto. Questo approccio mi aiuta a giudicare meno e mi predispone allo sforzo di comprensione.
Così si spiana la strada a nuove possibili idee, a nuovi probabili scenari e a nuove strade da percorrere. E la creatività si dilata.


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Riflessioni a raccolta – 331

Ecco la frase completa: “Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente pregiudizi.”

È un invito che faccio sempre prima di tutto a me stesso.

Serve ad aiutarci a riflettere sui giudizi che le persone esprimono in merito agli altri. Stiamo parlando di tutti quei giudizi che fanno male, che annientano l’animo umano di chi li prova e provoca divisioni.

Il giudizio non è per forza negativo. Ma se espresso senza un ragionamento, senza una accurata visione, allora può diventare distruttivo per chi lo riceve.

Viviamo nell’epoca in cui tutto è sottoposto al giudizio altrui. I rapporti umani, l’amore, il vestire, il parlare, il pensare. Insomma, tutti tendono a giudicare ciò che vedono con i loro occhi. Ma spesso si tratta di una vista appannata dalla patina opaca dei pregiudizi.

E nel mio lavoro, in modo particolare, il giudizio a priori rischia di soffocare sul nascere le idee più innovative e la creatività più profonda.

Quotidianamente lotto per mantenere sempre libera la mente dai canoni, dalle abitudini, dal così si è sempre fatto. Questo approccio mi aiuta a giudicare meno e mi predispone allo sforzo di comprensione.

Così si spiana la strada a nuove possibili idee, a nuovi probabili scenari e a nuove strade da percorrere. E la creatività si dilata.

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Riflessioni a raccolta – 330

Apriamo Amazon perché abbiamo un motivo ben preciso. Stiamo cercando un prodotto da acquistare. Stiamo cercando di soddisfare un bisogno definito.

Un po’ quello che facciamo quando apriamo Google. Qui l’esigenza principale é quella di trovare un’informazione.

Invece apriamo Facebook e Instagram per passatempo, per vedere cosa hanno pubblicato le persone che seguiamo. Siamo curiosi di scoprire le novità. Non stiamo cercando nulla di preciso, anzi non sappiamo cosa troveremo.

Questa riflessione può apparire ovvia e banale ma spesso devo ricordarla ai clienti. Un’attività di content marketing non può essere fatta esclusivamente di promozioni e offerte commerciali. Il cuore dell’attività sui social é il coinvolgimento. Dobbiamo dare alle persone un buon motivo per seguirci e far prendere in considerazione ciò che offriamo attraverso contenuti interessanti, utili e di valore. E una volta intercettato l’interesse giusto si possono realizzare campagne pubblicitarie mirate.

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Riflessioni a raccolta – 329

Nel 1871 Charles Darwin nel suo libro The Descent of Man scriveva:”L’ignoranza genera più spesso fiducia che conoscenza.”

È facile che una persona pur essendo dotata di poche informazioni su una determinata materia, sopravvaluti le proprie conoscenze al punto di ritenersi un’esperta nel settore.

L’effetto Dunning-Kruger è uno dei tanti pregiudizi cognitivi che influenzano i comportamenti e le decisioni senza che chi ne è affetto riesca a rendersene conto. Si verifica quando una persona non particolarmente competente in una determinata materia, non sia in grado di riconoscere la propria incompetenza. La distorsione dalla realtà è tale che potrebbe addirittura sentirsi sicura di essere effettivamente competente.

Il paradosso più totale avviene in coloro che sono realmente competenti, infatti sono quelli che riescono a riconoscere e ad analizzare i propri limiti e quindi a far emergere le lacune.

Ed é qui che entra in gioco la mia esperienza quotidiana nel lavoro. Infatti, come nella maggior parte dei settori anche nella comunicazione pubblicitaria, nel web marketing, nel content marketing, succede di imbattersi in persone che abbiano la percezione di essere professionisti in questo campo perchè hanno fatto qualche ricerca su internet o partecipato a qualche seminario.

E mi capita, in qualche occasione, di essere giudicato in modo non appropriato nella mia attività lavorativa dall’imprenditore che non ha le dovute competenze nell’utilizzo delle strategie o non ha dimestichezza con gli strumenti usati per misurare le performance di una campagna.

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Riflessioni a raccolta – 328

L’obiettivo del Content marketing é quello di produrre contenuti che servono a creare informazioni utili al fine di dare un contributo concreto a risolvere problemi nel tuo ambito lavorativo alle persone che ti seguono.

La modalità con cui lo fai, gli strumenti attraverso i quali parli, lo stile che utilizzi e il tono di comunicazione con cui ti relazioni, costruiscono la percezione di te da parte delle persone che ti seguono. Perché, giorno dopo giorno, i tuoi contenuti andranno a definire il posizionamento nella mente dei potenziali clienti in relazione alla tua competenza e alla tua professionalità.

Quindi, nel momento in cui avranno bisogno di un consulente nel tuo settore non avranno dubbi nello scegliere te. Sapranno già che sei la persona giusta. Non dovrai presentarti e convincere che farai un buon lavoro. Quando ti consulteranno dovrai solo fare il tuo lavoro in modo professionale.

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