Il tuo ottimo servizio è inutile se nessuno nota la tua azienda

Immagina di essere in una libreria, circondato da centinaia di libri. Quale attira la tua attenzione per primo? Probabilmente quello con la copertina più accattivante. Lo stesso principio si applica al mondo del business. Un’azienda viene spesso scelta per come appare, non solo per ciò che offre.

E quello che riscontro quotidianamente è che troppo spesso le aziende si illudono che offrire un buon servizio sia sufficiente per convincere i clienti a sceglierle. Tuttavia, prima di poter apprezzare quel buon servizio, il cliente deve essere attirato dall’azienda stessa. E uno dei fattori di attrazione più potenti è l’immagine.

Pensa al tuo logo: quali emozioni trasmette? I colori della tua brand identity sono coerenti con il messaggio che vuoi comunicare? La grafica è in linea con i valori del tuo marchio? Immagina il volto del tuo brand – il logo, il design del sito web, i materiali di marketing. Che espressione ha? Che emozioni suscita?

Una gestione attenta e strategica dell’immagine aziendale non solo attira l’attenzione, ma crea una connessione emotiva con i clienti, aumentando significativamente le possibilità di essere scelti. La percezione visiva può influenzare le decisioni di acquisto, creare fiducia e stabilire un’identità forte nel mercato.

Quindi, attenzione a non sottovalutare il potere dell’immagine. Curare ogni dettaglio visivo del tuo brand è essenziale per emergere in un mercato competitivo e per fare la differenza agli occhi dei tuoi potenziali clienti. Investire nella tua immagine aziendale non è solo una questione estetica, ma una strategia chiave per il successo.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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