Nessuno legge la pubblicità!

🔍 Questa riflessione di Gossage oggi è quanto mai rilevante. Come consulente di comunicazione pubblicitaria e social media, il mio obiettivo è quello di superare la semplice creazione di annunci. È necessario che ogni pezzo di contenuto sia qualcosa che il pubblico desideri consumare, non solo perché è “pubblicità”, ma perché intrattiene, informa o risolve un problema.

𝐂𝐫𝐞𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞
Non basta attirare l’attenzione; è fondamentale mantenere l’interesse. Questo richiede una comprensione profonda di ciò che motiva il nostro pubblico: le loro speranze, i loro problemi, i loro desideri. È il contenuto che risuona su un livello personale che trasforma un annuncio da semplice messaggio commerciale a qualcosa di significativo.

𝐋𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭à 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭à
Oggi ogni click è tracciato e ogni vista è contata. Per questo è facile cadere nella trappola di produrre contenuti in massa che mirano solo a “fare numero”. Ma Gossage ci ricorda che non stiamo solo cercando di raggiungere gli occhi; stiamo cercando di toccare il cuore. La pubblicità che le persone scelgono di leggere è quella che si distingue non per la sua pervasività, ma per la sua pertinenza e qualità.

𝐄𝐯𝐨𝐥𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨
Il mio compito come comunicatore è quello di evolvere costantemente con il pubblico. Osservare le tendenze, ascoltare il feedback e adattarsi rapidamente sono azioni essenziali per rimanere rilevanti in un ambiente che cambia continuamente.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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