Personal branding

Spesso il personal branding viene confuso con la comunicazione del semplice elenco delle proprie competenze o dei propri servizi. Per far chiarezza prendo spunto da Simon Bailey che ci offre una prospettiva diversa e profondamente significativa. Il personal branding va oltre ciò che facciamo; riguarda chi siamo veramente e come facciamo sentire gli altri.

𝐄𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Le emozioni sono il motore delle connessioni umane. Quando condividiamo momenti autentici e vulnerabili, creiamo una risonanza emotiva che può ispirare e motivare gli altri. Il nostro brand personale si rafforza ogni volta che facciamo sentire qualcuno capito e apprezzato.

𝐂𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞: Costruire un brand personale efficace significa coltivare relazioni autentiche. Non si tratta solo di ampliare la propria rete di contatti, ma di instaurare legami profondi e significativi. Le connessioni vere sono quelle che durano nel tempo e che portano valore sia a noi che agli altri.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Il modo in cui gli altri ci vedono è cruciale per il nostro brand personale. Ogni interazione è un’opportunità per lasciare un’impressione positiva e duratura. La percezione si costruisce attraverso la coerenza tra le nostre parole e le nostre azioni.

𝐕𝐢𝐛𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Ogni individuo emana una propria energia, un’aura unica. Questa vibrazione influenza come veniamo percepiti e con chi riusciamo a connetterci. Essere consapevoli della propria energia e lavorare per mantenerla positiva è fondamentale per attrarre persone e opportunità affini.

𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨: Infine, il ricordo che lasciamo negli altri è ciò che ci distingue veramente. Le persone ricorderanno come le abbiamo fatte sentire molto più di quello che abbiamo detto o fatto. Creare esperienze memorabili è la chiave per costruire un brand personale che lascia un segno indelebile.

Nella mia esperienza ho imparato che ogni post, ogni messaggio e ogni interazione sono tasselli che compongono il mosaico del nostro personal brand. Il vero successo arriva quando riusciamo a toccare il cuore delle persone e a creare relazioni che vanno oltre la superficie.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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