Sei quello che fai e quello che racconti.

𝐋𝐨 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐠 é 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐝𝐢𝐧𝐠


La vita non è mai solo un susseguirsi di eventi casuali. È molto di più: è il racconto che scegliamo di farne. Ed è proprio da questo racconto che nasce il nostro personal branding. Non basta fare o essere qualcosa; serve comunicarlo in modo che gli altri possano comprendere chi siamo, cosa rappresentiamo e perché dovrebbero fidarsi di noi.


Lo storytelling, quando applicato al personalbranding, diventa uno strumento di connessione potente. Perché? Perché le persone non si innamorano di ciò che fai, ma di come lo racconti. Non si tratta di abbellire o costruire una falsa immagine, ma di dare forma e coerenza alla tua storia, così che il tuo pubblico possa identificarsi, essere ispirato e sceglierti.


𝑈𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑦𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖𝑛𝑔 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙 𝑏𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖𝑛𝑔 𝑠𝑖 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑠𝑢 𝑡𝑟𝑒 𝑝𝑖𝑙𝑎𝑠𝑡𝑟𝑖:
𝐀𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐭à : Non raccontare una versione idealizzata di te stesso, ma condividi anche le sfide, gli errori e i momenti di crescita. Le persone cercano verità, non perfezione.


#𝐂𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞: La tua storia non è solo tua. È il ponte che collega le tue esperienze ai bisogni, ai desideri e alle emozioni del tuo pubblico.


#𝐂𝐨𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚: Un racconto è efficace solo se si sviluppa con continuità. Ogni contenuto che crei dovrebbe rafforzare il messaggio del tuo personal brand.


Tu non sei quello che ti accade, ma il modo in cui lo racconti. Ogni dettaglio della tua storia può diventare un’opportunità per creare valore e attrarre il pubblico giusto. Raccontati con passione, chiarezza e coraggio, e vedrai che il tuo personal brand si rafforzerà come mai prima d’ora.


✨ 𝐿𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑛𝑜𝑛 é 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑡𝑢𝑎. 𝑈𝑠𝑎𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑟𝑒, 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑛𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒.
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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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