Internamente la chiesa, che è stata spogliata di tutte le strutture barocche, si presenta nella sua nuda solennità, con tre navate separate da due file di otto colonne slanciate, provenienti probabilmente dall’edificio bizantino.
Sopra gli archi, a doppio profilo, si aprono finti matronei con ampie trifore racchiuse in grandi archi di scarico.
Alla settima arcata sul lato destro della navata, si nota il pulpito ricomposto (1955) con frammenti originari dell’XI e XII secolo.
L’ambone rappresenta la metafora architettonica della pietra del Sepolcro di Cristo rotolata il giorno della Resurrezione, su cui apparve l’Angelo per annunciare che Lui non era più lí dentro. Ecco perché é in pietra ed ecco perché nella storia veniva usato la notte di Pasqua dal Diacono per la proclamazione dell’Exultet, di cui si custodisce un prezioso rotolo nel Museo Diocesano.
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