Riflessioni a raccolta – 345

Da un po’ ho smesso di perdere tempo nel dare risposte ragionate e argomentate a quei soggetti che ti prendono di mira per screditare il tuo lavoro o per contestare quello che hai scritto in un post.

Nel passato ho perso troppo tempo inutilmente. Ora basta. A chi si comporta in questo modo concedo solo una risposta ma poi non mi lascio più trascinare nel vortice della sterile polemica. Perché il troll ha tanto tempo da perdere, io invece non posso più permettermi di perdere tempo su queste inutili discussioni che non producono nulla di buono.

Se quello che dico e faccio non piace, invito a ‘cambiare bacheca’.

Non voglio più tentare di piacere ad ogni costo a tutti. Voglio vicino a me quelli che condividono il mio modo di essere e di fare.

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Riflessioni a raccolta – 344

Sono serie tv in formato verticale che stanno spopolando in Cina. Gli episodi durano mediamente tra i 3 e i 5 minuti, hanno un ritmo molto veloce e battute a effetto ricorrenti (le cosiddette punchline).

Si possono guardare per poco tempo, magari mentre si fanno brevi spostamenti urbani. Sono comunque pensate per collegarsi subito con quelle seguenti ed essere guardate tutte l’una dopo l’altra, un po’ come si fa spesso con Netflix ma con tempi molto più brevi.

Nelle serie tv verticali vengono usate delle tecniche inusuali per la televisione tradizionale, come la divisione in due o più parti dello schermo, per inquadrare più momenti diversi contemporaneamente e transizioni tra una scena e l’altra che ricordano un po’ lo stile dei fumetti.

Il “vertical drama” si svilupperà anche da noi? Difficile dirlo perché le serie televisive occidentali hanno preso strade diverse trasformando le singole puntate in piccoli film.

Inoltre, le puntate delle serie più recenti e di successo sono di solito lunghe un’ora o più, cosa che rende difficoltosa la visione tramite smartphone. Gli utenti cinesi sembrano anche più inclini di quelli occidentali a guardare serie tv sugli smartphone. Pensa che secondo Netflix, solamente il 20 per cento dei suoi utenti guarda film o serie tv da mobile.

Secondo me si aprono scenari interessanti per le aziende che vogliono fare storytelling. Staremo a vedere.

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Riflessioni a raccolta – 343

Essere creativi dipende certamente da una predisposizione naturale che non tutti hanno. Ma io ritengo che si può fare un lavoro su se stessi che può portare a buoni risultati.
Cioè possiamo orientarci a essere più creativi. Si tratta di predisporsi ad un atteggiamento che ci consenta di sviluppare al meglio la nostra creatività.

Non è semplice ma possiamo orientarci a tollerare le incertezze invece di viverle come una minaccia alla nostra serenità.

Questo cambio di paradigma ci aiuta a liberarci dal blocco psicologico di dover affrontare un altro problema che non avremmo voluto. Di liberarci dall’inutile senso di sfortuna che ci incatena nel ragionamento “proprio a me doveva capitare”. Un pensiero che serve solo a crearci un ambiente ‘comodo’ di autocommiserazione. Un pensiero che consuma inutilmente tempo ed energie ma non ci fa cambiare nulla.

Saper tollerare l’incertezza significa che non ci facciamo rapire dai pensieri negativi e ci orientiamo presto a cercare soluzioni originali, nuove ed efficaci nelle situazioni inedite e inaspettate che la vita e il lavoro ci propongono.

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Lampada uniflamma

Ph Massimo Danza

Nella cripta della basilica di San Nicola, vicino alla custodia del Santissimo Sacramento è situata la lampada uniflamma (a forma di barca) segno dell’unica fede cattolica ed ortodossa, alimentata da due tradizioni, quella orientale e quella occidentale.

La lampada uniflamma fu donata da papa Pio XI nel 1936 dalla romana Associazione di S. Nicola alla Basilica nell’ambito della “IV settimana Pro Oriente Christiano”.

In uno spirito ancora più ecumenico fu accesa nel febbraio del 1984 da papa Giovanni Paolo II e dal metropolita di Mira, Crisostomo Konstantinidis.

Riflessioni a raccolta – 341

Mi é successo ultimamente che un cliente mi ha chiesto di pubblicare con una certa frequenza contenuti divertenti e simpatici facendo riferimento anche a me. Testuali parole: “un po’ come fai tu, ho visto che molti tuoi post riscuotono successo, conquistano like e producono commenti.”

Ho dovuto smorzare un po’ il suo entusiasmo spiegando che:

1- avremmo dovuto cambiare completamente la strategia fin qui utilizzata, (si può fare ma bisogna esserne consapevoli);

2- che forse non é particolarmente coerente con il settore in cui opera trattandosi di un’ Autocarrozzeria. Per esempio, molto più funzionali sono i post con le immagini del prima e dopo riparazione;

3- che la simpatia e l’ironia non sono il fine di una strategia social ma definiscono un carattere, un modo di essere. Sono solo lo stile di comunicazione e il tono di voce che caratterizzano una personalità del Brand e servono per raggiungere un obiettivo.

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