
Così lontani, così vicini.

Questa riflessione la dedico prima a me stesso. Perché nonostante mi sforzi di mettermi il più possibe in discussione vivo momenti in cui avverto forte la sensazione che non esista altra via rispetto a quella che sto percorrendo. L’unica strada possibile. Ma non è mai così. C’è sempre un’altra visione delle cose, un altro punto di vista, un’altra prospettiva che può modificare profondamente il modo di affrontare le situazioni, di vivere e di lavorare.
La strada che stiamo percorrendo probabilmente é la più giusta per noi ma certamente non è l’unica.
Dal 1987 la locomotiva sta nel bel mezzo della piazza Ferrovieri d’Italia a Bova, in Calabria. A 915 metri sul livello del mare. Dove non c’è stazione e la ferrovia non è mai arrivata.
Completamente isolato, il castello Ruffo di Calabria, universalmente noto con il nome di castello di Scilla, è situato su uno sperone di promontorio all’imbocco dello Stretto di Messina, in posizione dominante sia verso la costa che verso la città.
Molti clienti mi chiedono quanto è quando é meglio pubblicare i post sui social. Secondo me non esiste una regola per tutti, bisogna sperimentare e trovare la quadra per il nostro brand. Ma é fondamentale produrre contenuti rilevanti per la tua target audience. Non serve produrre post solo per riempire la bacheca.
Piccola Masseria Polignano a Bari
Oggi dedico una breve riflessione ad una pratica per nulla facile. Quella capacità di individuare il momento giusto in cui é opportuno staccare la spina. Quando é arrivato il momento di fare la scelta di non proseguire in una consulenza professionale, di abbandonare un progetto, di non investire più tempo, energie e risorse in qualcosa che difficilmente potrà più produrre risultati interessanti. E quindi é meglio ripartire da zero da un’altra parte e provare nuove strade, nuove opportunità. Insomma provare a fare i saggi 😊.
L’archivolto poggia su due capitelli sorretti da colonne ottagonali, rette a loro volta da due possenti buoi (ad altezza d’uomo) che sembrano uscire dal muro. Poggianti su grosse mensole, i buoi rivolgono il loro sguardo paziente e sereno verso il portone. Nonostante che il loro simbolismo sia alquanto insolito nel mondo ecclesiale, i buoi si ritrovano ancora a tirare un carro nella parte centrale dell’arco terminale degli stipiti. È probabile che facessero parte di un edificio del palazzo del Catepano, e che fossero successivamente reimpiegati per il portale della Basilica.
La fortificazione fu costruita in epoca Normanna, purtroppo la pesante spoliazione ha lasciato visibile solo la rocca su cui l’edificio era stato eretto.
La punta più alta del borgo, nel cuore di ciò che fu il castello, è oggi occupata da una grande croce che si staglia ben visibile anche da molto lontano.
Ai piedi della croce si può godere di un panorama mozzafiato: in lontananza spunta il profilo inconfondibile di Pentedattilo, i ruderi del castello Ruffo e ai piedi di quest’ultimo il corso dell’Amendolea nel punto di confluenza confluenza con la fiumara di Condofuri.