Vuoi essere scelto per il valore o per il prezzo?

Un professionista non è un prodotto sullo scaffale, con un’etichetta e uno sconto applicabile. Se ti comporti come una merce, il tuo valore sarà sempre destinato a scendere.

Essere un professionista significa molto di più che sommare traguardi raggiunti, belle foto di copertina o parole chiave per un algoritmo. Vuol dire costruire qualcosa di unico, fatto di fiducia, relazioni autentiche e promesse mantenute. È nella connessione umana, nella capacità di condividere valori e visione con i tuoi clienti, che si crea il vero valore.

Se ti vedi solo come una lista di competenze da confrontare con altri, il risultato sarà inevitabile: ci sarà sempre qualcuno che chiederà lo sconto o ti metterà a confronto con il “mercato”. Ma se ti concentri su ciò che fa davvero la differenza – la qualità della tua relazione, la tua formazione continua e il valore del servizio che offri – allora il tuo lavoro non avrà prezzo.

Un professionista non ha un “piano di ritorno sull’investimento” per la fiducia, l’empatia o l’impegno che mette nel proprio lavoro. Questo perché sa che quei valori sono alla base di tutto ciò che costruisce e, proprio per questo, non sono negoziabili.

Quindi, la vera domanda è: vuoi essere il prodotto di un confronto o il risultato di una relazione?

𝐓𝐮 𝐬𝐞𝐢 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞. 𝐍𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐨.

Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *